L’industria delle criptovalute, contro il piano fiscale di Biden
- L’amministrazione Biden sta portando avanti un piano che potrebbe «schiacciare l’attuale ecosistema crittografico»
- La comunità crypto non è contenta dei primi dettagli di questo progetto che punta direttamente alla DeFi, e quindi cerca di farlo conoscere alla classe politica nordamericana
Proprio nei giorni in cui c’è un’enorme aspettativa sulla possibilità che Bitcoin recuperi parte del suo valore perso negli ultimi mesi, questo mercato sta tremando negli Stati Uniti. Succede che, quando si sono conosciuti i primi dettagli del piano fiscale di Joe Biden, hanno destato grande preoccupazione nel mondo delle criptovalute, che ora si sta mobilitando per evitarne l’approvazione nelle prossime settimane.
Mentre in posti come bitcoineras.com/es/ pensano che siamo in una nuova tendenza al rialzo della criptovaluta più famosa, alcuni membri del settore hanno già alzato la voce, assicurando che questo piano potrebbe «schiacciare l’attuale ecosistema cripto». Non solo: se entrerà in vigore, niente sarà più come prima.
In sintesi, e prima di analizzare nel dettaglio le parole di alcuni referenti del settore crypto, potremmo trovarci di fronte a un emendamento fiscale per cui molti dei crypto player devono lasciare gli USA appunto, questo in conseguenza di una serie di tasse molto superiori a quelli prevalenti oggi.
Il progetto di Biden mette in allerta l’industria delle criptovalute
» Questo è un allarme rosso. Una disposizione scritta così male da poter schiacciare l’ecosistema delle criptovalute ed espandere drasticamente la supervisione del governo degli Stati Uniti è stata aggiunta al pacchetto infrastrutturale bipartisan che deve essere approvato all’ultimo minuto», afferma la nota, pubblicata su FightForTheFuture. In esso, diversi membri di questo settore rendono nota la loro delusione.
A cosa si riferiscono? In sostanza, il sostegno che Biden e compagnia hanno dimostrato nei giorni scorsi circa la possibilità di istituire un nuovo emendamento fiscale. Questa iniziativa ha la particolarità di essere suddivisa in due proposte. Da un lato, quello che regola la DeFi e, dall’altro, quello che regola il PoS o Proof of Stake.
Questo progetto, presentato dai senatori Kyrsten Sinema, Rob Portman e Mark Warner, ha fatto subito scalpore a causa delle tasse e delle commissioni che vengono impostate sulle transazioni crittografiche.
Vengono infatti introdotti anche una serie di obblighi di segnalazione che si applicano ai soggetti classificati come “intermediari”. Questi dovrebbero far parte di un registro comune, registrandosi come tale.
D’altronde tutto il rumore si capisce considerando che sono coinvolti sia Bitcoin che Ethereum, le due reti PoW più grandi al mondo, anche se la seconda, dopo il fork di Londra, passerà a PoS con Ehereum 2.0.
Modificare il disegno di legge, il suo obiettivo principale
Con il piano fiscale di Biden già in atto e apparentemente impossibile da fermare in tempo, gli sforzi dell’industria delle criptovalute sono in atto per ottenere alcune modifiche essenziali prima dell’approvazione.
Zak Cole, CTO della piattaforma di trading decentralizzata Slingshot, è uno dei più attivi. Ha persino progettato un modello digitale in modo che le persone possano inviare messaggi ai senatori locali. In questo modo i politici avrebbero chiaro il malcontento generato da questo provvedimento.
Sam Bankman-Fried, CEO dell’exchange di criptovalute FTX, ha assicurato da parte sua che questa «esplicita esenzione dal PoW crea l’implicazione che il punto vendita potrebbe innescare requisiti», e ha persino raccomandato che i libri di contabilità generale, pubblica e decentralizzata.
Se le modifiche suggerite non faranno parte del regolamento definitivo, molte delle entità della categoria sarebbero costrette a lasciare gli Stati Uniti. Bankman-Fried crede che non sarà nemmeno facile per loro adeguarsi alle nuove leggi quando hanno tutta l’intenzione di rispettare le tasse, e questo li farebbe cercare un’altra direzione.
C’è un’altra possibile alternativa?
Sebbene non sia probabile, esiste una proposta alternativa. È quello presentato dai senatori Ron Wyden, Pat Toomey e Cynthia Lummis, con un approccio completamente diverso, «chiaro e costruttivo verso la regolamentazione delle criptovalute», come interpretato da Bankman-Fried. Per ora, questo progetto è rimasto in secondo piano.
Domani, sabato 7 agosto, bisognerà vedere cosa accadrà al piano fiscale di Biden, visto che sembra una data chiave per sapere quanto sostegno ha nel Congresso nordamericano.
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