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I dati di 250 milioni di utenti esposti sui server Microsoft
I record, che vanno dal 2005 al dicembre 2019, erano accessibili a chiunque avesse accesso a Internet, non erano protetti da password o crittografati.
I registri contenevano una grande quantità di informazioni nel testo: indirizzi e-mail dei clienti, posizioni, descrizioni dei casi e reclami al servizio di supporto, e-mail degli agenti del servizio di supporto Microsoft, i numeri di identificazione di ciascun caso, le soluzioni fornite, annotazioni su di essi e note interne contrassegnate come «riservate».
Insomma, tutto il necessario per poter impersonare Microsoft facendo credere ai clienti che le comunicazioni siano legittime.
Inconcepibile che continui a succedere.