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Il paradosso della tolleranza

Le misure adottate da Apple (e dal resto dei provider) per impedire la diffusione di messaggi che incoraggiano, pianificano o aiutano a organizzare episodi di violenza, come quelli che si sono verificati nei giorni scorsi in Campidoglio, Washington DC, mentre la nomina di Joe Biden in qualità di presidente eletto degli Stati Uniti d’America, ci pone nuovamente di fronte al discorso demagogico della tolleranza, della libertà di espressione (o semplicemente della libertà, se è per questo) come mezzo per insabbiare attività volte al sovvertimento delle norme democratiche che governano la nostra società.

Certo, non sono solo gli intolleranti degli Stati Uniti che si difendono in difesa delle libertà. In Spagna, per citare il caso che conosco di prima mano, ne abbiamo la nostra buona parte, e gli inviti all’odio, alla molestia e alla demolizione del contrario usando come intermediario, messaggero o esecutore, le masse infuriate e fanatiche sono un spettacolo relativamente comune, molto triste, ma comune.

Con mio orrore, perché tendo a pensare che i lettori faq-mac siano persone colte ed equilibrate, già in un commento nell’intervista con Nacho Niharra, un lettore si interroga sull’allineamento censurante di Apple di mettere a tacere coloro che non pensano come «la maggioranza».

Per offrire un argomento elaborato, dal mio punto di vista definitivo, a questi presunti «offesi» dal Grande Fratello Apple e dalla sua vigilanza sulla purezza della razza, includo qui il paradosso della tolleranza, nella speranza che possa servire, in situazioni in cui ritieni che valga la pena tentare di argomentare contro questi tipi di profili, per presentare il tuo punto di vista in modo sistematico.

Il paradosso della tolleranza

Il paradosso della tolleranza afferma che se una società è tollerante senza limiti, la sua capacità di essere tollerante sarà alla fine dirottata o distrutta dall’intollerante.

Karl Popper lo  descrisse come l’idea apparentemente paradossale che per mantenere una società tollerante, la società debba essere intollerante all’intolleranza.

Secondo Wikipedia, nel 1945, il filosofo Karl Popper attribuì questo paradosso alla difesa di Platone del «dispotismo benevolo» che il primo definì in » La società aperta e i suoi nemici «

La tolleranza illimitata alla fine porterà alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo una tolleranza illimitata anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo preparati a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza nei loro confronti.- In questa formulazione, non voglio dire, per esempio, che l’espressione di filosofie intolleranti dovrebbe sempre essere soppressa; Finché possiamo rispondere ad essi con argomenti razionali e tenerli sotto il controllo dell’opinione pubblica, cercare di sopprimerli sarà un grande errore. Ma dobbiamo rivendicare il dirittosopprimerli se necessario, anche con la forza, poiché può accadere che non siano preparati ad affrontare i nostri argomenti su un piano razionale, ma semplicemente denuncino qualsiasi argomento; possono proibire ai loro seguaci di ascoltare argomenti razionali, perché sono fuorvianti, e insegnare loro a rispondere agli argomenti usando i pugni o le pistole. Dovremmo poter, quindi, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare l’intollerante.

La mia opinione – e quindi quella di faq-mac

Non sono un filosofo, non mi considero nemmeno molto intelligente, ma mi è chiaro che coloro che l’altro giorno hanno invaso il Campidoglio non difendevano la libertà o la giustizia, né erano disposti a rispondere a «argomenti razionali».

Pertanto, a mio avviso, tutto ciò che serve a diffondere, organizzare o cementare la proliferazione dell’intolleranza dovrebbe essere soppresso, perseguito e – per quanto possibile – punito. Perché la sua libertà nella nostra schiavitù.

Sulla stessa linea la «normalizzazione dell’insulto», le manifestazioni vessatorie rivolte a determinate persone (quello che è stato chiamato «escrache») e tutto un filone demagogico che, con la scusa della «libertà di espressione» serve solo a limitare il libertà degli altri. Che questo tipo di espressioni provengano da leader politici (e che siano stati professori universitari) non fa che aumentare la preoccupazione per il loro concetto di libertà, il rispetto per l’altro e – quindi – per la loro idea di democrazia.

Naturalmente, poiché non si possono offrire argomenti razionali per una discussione che metta a confronto idee, fatti o dati, chi critica viene automaticamente etichettato come intollerante. Una volta che sei stato etichettato come intollerante, tutto ciò che dici può essere facilmente inquadrato all’interno di un discorso intollerante… ed è così che operano i nemici della libertà.

Indicando gli altri come un pericolo per la libertà di espressione, artefici della repressione e, in definitiva, come nemici da combattere, si fanno scudo contro ogni discussione, perché del nemico non si discute, si annientano.

Il nostro desiderio di essere tolleranti, inclusivi, democratici, aperti al dialogo, ecc. è la nostra debolezza. La voglia di accogliere tutti, di piacere a tutti, che nessuno ci indichi come i «cattivi» ci rende facili prede di chi non è governato da quegli stessi valori.

In faq-mac siamo sempre favorevoli al dialogo, alla presentazione di idee diverse, a una buona discussione in cui possiamo confrontarci. Ma non lasceremo mai che la tolleranza permetta alle persone intolleranti che vogliono uccidere tutti coloro che la pensano diversamente.

Lo so, è paradossale.

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