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Uber, la prossima grande azienda ad accettare le criptovalute?

Queste prime settimane del 2021 potrebbero essere ricordate, per sempre, come quelle in cui le principali multinazionali hanno finalmente aperto le porte alle valute digitali. E, dopo che sia Tesla che Mastercard hanno annunciato il loro interesse per loro, Uber potrebbe essere la prossima grande azienda ad accettare le criptovalute. Questo è, almeno, quanto emerge dalle ultime dichiarazioni del suo CEO, Dana Khosrowshahi.

L’imprenditore iraniano-americano e il direttore esecutivo hanno infatti espresso quale sia la visione di questa piattaforma di trasporto che opera in tutto il mondo, in termini di assunzione di criptovalute come possibile mezzo di pagamento. Tutto questo, in giorni in cui sempre più utenti operano con valute virtuali da siti come News Spy.

Il fatto è che con il boom sperimentato sia da Bitcoin che da altre famose criptovalute, i dirigenti delle aziende leader di ogni segmento vengono costantemente consultati al riguardo. Se da un lato Elon Musk ha riportato un investimento di 1,5 miliardi di dollari da parte di Tesla in questa valuta, abbiamo anche conferme recenti come quella di Mastercard, che si prepara già a recepirle.

Uber e i suoi piani sulle criptovalute

Come abbiamo detto, in una recente intervista con CNBC, Khosrowshahi ha spiegato che stanno analizzando l’accettazione di criptovalute per il futuro. “Poiché accettiamo tutti i tipi di valuta locale, prenderemo in considerazione criptovaluta e/o Bitcoin in termini di valuta per effettuare transazioni. Lo vedremo sicuramente e se ci sarà un vantaggio, se sarà necessario, lo faremo. Semplicemente non lo faremo come parte di una promozione».

Tra l’altro, il CEO di Uber ha affermato che l’utilizzo di questa classe di valute alternative può essere molto interessante per il business, favorendo sia i conducenti che i clienti del suo servizio.

Ovviamente, il dirigente ha spiegato che non hanno intenzione di investire parte dei loro soldi in Bitcoin, cosa che Tesla ha fatto con risultati di performance spettacolari, almeno da quando la notizia era ufficiale.

In quest’ultimo aspetto, Khosrowshahi ha sostenuto di aver rifiutato tale opzione, poiché «il vantaggio della nostra azienda è nel business che abbiamo costruito, non negli investimenti che abbiamo fatto». Considerando che non vogliono impegnarsi in speculazioni, è comprensibile che stiano andando in questo modo. Tuttavia, tutto ciò di cui hanno bisogno Bitcoin e altre criptovalute è che possono essere utilizzate come un altro mezzo di pagamento.

Cosa accadrà agli altri colossi?

Se in appena un paio di settimane Tesla, Mastercard e Uber hanno fatto capire di essere disponibili ad accettare le criptovalute come forma di pagamento, molti analisti si stanno già chiedendo cosa accadrà agli altri.

E qui entrano in gioco molte domande che non possiamo perdere di vista.

Ad esempio, se Uber consente ai suoi clienti di pagare i viaggi con criptovalute, e alcuni suoi rivali come Lyft o Cabify, per citarne due, non lo fanno, quest’ultimo potrebbe essere svantaggiato e non essere più scelto dal pubblico. Qualcosa di simile accade con Visa, che seguirà le orme di Mastercard senza esitazione, se necessario.

Naturalmente, non possiamo aspettarci che il livello di impegno di tutte le grandi aziende sia lo stesso. Ovviamente Musk mette in atto una strategia tutta sua, alla quale pochi si piegheranno.

Ma, anche quando altri marchi non vogliono investire parte delle loro risorse in Bitcoin, la semplice menzione di accettare criptovalute a breve termine, potrebbe anche far salire alle stelle irrimediabilmente il loro valore.

Emerge anche un altro dettaglio non da poco: si è già avvertiti dei danni ambientali che il mining di Bitcoin e altre criptovalute può generare. Le operazioni costanti, anche se virtuali, rappresentano già una percentuale rispettabile del consumo globale di Internet. E molte di queste multinazionali stanno solo facendo conoscere i loro piani per proteggere l’ambiente dalle richieste dei nuovi clienti.

Vedremo, con tutto questo, qual è il percorso che altre aziende seguono dopo queste dichiarazioni di Uber.

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